Centro Regionale di Incremento Ippico

La storia del centro


cartolina d'epoca

La storia del centro

Il Centro Regionale di Incremento Ippico di Santa Maria Capua Vetere (CE) - sorto intorno al 1853 come Regio Deposito Cavalli Stalloni - ha assunto la denominazione di Istituto di Incremento Ippico nel 1955 con il D.P.R. 22 Settembre 1955 n.1298. Con la legge 21 Ottobre 1978 n. 641, emanata in applicazione dell'art. 75 del D.P.R. n. 616/77, l'Istituto di Incremento Ippico è stato soppresso e messo in liquidazione.

Le funzioni concernenti l'ippicoltura ed, in particolare, il mantenimento degli stalloni di pregio, l'ordinamento del servizio di monta, la gestione dei depositi di cavalli stalloni nonché gli interventi tecnici per il miglioramento delle produzioni equine, sono state, quindi, trasferite alle Regioni.

In seguito con la legge regionale n. 42 del 2 Agosto 1982 - art. 62 - Provvedimenti per l'attuazione del programma agricolo regionale, le funzioni e le attività del soppresso Istituto di Incremento Ippico, sono state incardinate negli uffici dell'Assessorato all'Agricoltura.

Con deliberazione della Giunta Regionale della Campania n. 8094 del 18 novembre 1996 le funzioni istituzionali sono state, quindi, attribuite all'allora Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Agricoltura/Centro Provinciale di Informazione e Consulenza in Agricoltura di Caserta, oggi Unità Operativa Dirigenziale di Caserta.

Gli uffici regionali, in attuazione della predetta deliberazione, hanno assicurato lo svolgimento delle attività in precedenza svolte dall'Istituto, consistenti nel mantenimento e gestione di un numero di riproduttori equini ed asinini adeguato alle esigenze del territorio, nell'impiego degli stessi alla monta, nell'autorizzazione e controllo delle stazioni di monta equina pubblica e privata, ai sensi della legge 30/91, modificata ed integrata dalla legge 280/99 e relativi Regolamenti di applicazione adottati con D.M 172/94 e D.M.403/00.

Negli anni si è provveduto provveduto anche all'adeguamento funzionale della struttura ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di ambiente e sicurezza, alla rifunzionalizzazione del locale infermeria e laboratorio veterinario ed all'acquisto delle relative attrezzature.

Il Centro Regionale di Incremento Ippico ha ospitato numerose visite guidate al museo delle carrozze ed alle strutture d'allevamento e diverse iniziative turistiche e storico-culturali, come “Maggio dei monumenti”. Le iniziative messe in campo dalla Regione per la promozione, l'incremento e la qualificazione dell'ippicoltura campana, anche attraverso la partecipazione con i propri stalloni alla 110° edizione di Fiera Cavalli a Verona, hanno richiamato numerosi visitatori sia presso lo stand appositamente allestito che presso gli spettacoli ippici a i quali hanno partecipato i cavalli delle razze campane.

Attualmente il Centro si propone la realizzazione di nuove iniziative finalizzate ad incentivare le attività promozionali e di fruizione esterna del Centro anche attraverso la programmazione di un fitto programma di attività destinate alle scuole di diverso ordine e grado nell’ambito delle iniziative legate alle Fattorie didattiche, ma anche ad Associazioni culturali e turistiche interessate agli aspetti storici e culturali che caratterizzano le strutture allevatoriali e il Museo delle carrozze.

Per favorire una maggiore integrazione del Centro con il territorio sono previsti incontri e convegni volti a diffondere la conoscenza delle razze equine autoctone (Salernitana, Persana e Napoletana) e di quelle esistenti in ambito regionale, favorendone anche il miglioramento qualitativo.

Pubblicazioni
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La nuova Accademia di Arte equestre e la rinascita del cavallo Napoletano

Da Territori dela Cultura n. 33/2018

scarica la rivista (pdf 2.8 Mb)

cover

Salvatore Auzino

Allevamenti e Razze equine dei Borbone

Scarica il saggio
cavallo rampante

Tutela della biodiversità animale: le razze equine a limitata diffusione della Campania

scarica la brochure (pdf 286 Kb)

cavallo rampante

Un cavallo, un dipinto,una storia territoriale

estratto da Territori della cultura n. 44/2021 (pdf 2.9 Mb)