Prodotti tradizionali

Fragolina degli Alburni e dell'Alto Sele


Zona di produzione

Areale dei Monti Alburni, dell'alta e media piana del Sele, valle del Tanagro. I comuni interessati sono Auletta, Sicignano degli Alburni, Petina, Polla, Castelcivita, Postiglione, San Gregorio Magno, Buccino, Colliano, Valva, Laviano, Serre, Campagna, Acerno.

Descrizione

I frutti degli ecotipi locali hanno la forma leggermente allungata, simile alla famosa cultivar Regina delle Valli, aroma e profumo marcati, un elevato ed equilibrato contenuto in zuccheri ed acidi, una buona consistenza.

Gli impianti prevedono la coltura in pieno campo con sistemazione del terreno a porche; in entrambi i casi viene utilizzata per migliorare la colorazione dei frutti ed aumentarne la precocità di maturazione la pacciamatura realizzata con film plastico, di solito nero, e quindi l'irrigazione con manichette forate.

La fragolina selvatica (Fragaria Vesca), o fragolina di bosco è una specie diploide spontanea, presente nell'area considerata da tempo immemorabile, dove ha sviluppato popolazioni caratterizzate dalla elevata qualità organolettica dei frutti, che inoltre, pur essendo selvatici, hanno dimensioni relativamente elevate grazie alla forma allungata. Nei Comuni sopra indicati, da sempre è in uso la raccolta del prodotto spontaneo del sottobosco, a seguito della quale il prodotto viene venduto in caratteristici cestini o utilizzato per preparare un eccellente rosolio, il Fragolino. E' inoltre praticato da tempo immemorabile (ben prima dell'avvento delle cv poliploidi attualmente coltivate) il trapianto di stoloni radicati prelevati dal sottobosco delle estese foreste dei monti circostanti, principalmente castagneti e faggete, negli orti di ogni abitazione, che ha portato così allo sviluppo, su base familiare, di una vera e propria coltivazione della fragolina, che veniva poi utilizzata nella preparazione di dolci tradizionali o per la fragolata. Parallelamente allo sviluppo delle tecniche di coltivazione della fragola in coltura intensiva si è avviata nella zona una vera e propria coltivazione semi-intensiva, in piena aria, di tale specie (terreno sistemato a porche, uso della pacciamatura, impiego dell'irrigazione estiva, ecc.), continuando ad utilizzare il materiale di moltiplicazione (stoloni) proviene direttamente dalle piante spontanee diffusissime nei boschi.