Servizio Fitosanitario Regionale

Cancro resinoso del pino Gibberella circinata


cancro resinoso

Foto da forestryimages.org


Tassonomia: Ascomycota; Hypocreales; Nectriaceae
Nome comune: Cancro resinoso del pino
Categoria fitosanitaria: EPPO A2 numero 306
Piante ospiti: tutto il genere Pinus spp.
Distribuzione geografica: con molte probabilità il fungo è stato ritrovato per la prima volta in Nord America, oggi si trova in:

  • Asia: Iraq, Giappone, Corea, Filippine;
  • Africa: Sud Africa e Tanzania;
  • America: Messico, USA, Haiti, Honduras e Cile;
  • Australia: non confermato;
  • Italia: Puglia nel 2005 su due giovani piante di Pinus halepensis e Pinus pinea situate in area urbana e tempestivamente eliminate, pertanto si ritiene che il focolaio è stato eradicato.

Identificazione

Le infezioni sulle giovani piantine in vivaio avvengono mediante seme infetto, mentre per le piante adulte la trasmissione avviene in estate a causa delle temperature e l’umidità medio alte e del vento.

Sintomi

Le giovani piantine colpite presentano imbrunimenti e marciumi dell’apparato radicale salendo fino al colletto. A questo punto sulla parte aerea compaiono i primi sintomi: gli aghi diventano di colore verde pallido, poi giallo ed infine bruno. Rimuovendo la corteccia alla base del fusto si possono osservare tessuti imbruniti impregnati di resina. Sui tessuti colpiti e sul terreno attorno al colletto della pianta possono svilupparsi cuscinetti di spore di colore rosa salmone. Le piantine colpite avvizziscono e muoiono rapidamente.

Sulle piante adulte il sintomo più evidente è rappresentato da cancri sulle branche e sul tronco, con abbondante emissione di resina, che può colare anche molto al di sotto del cancro. I cancri si accrescono durante l’inverno e la primavera fino a circondare l’organo colpito, causando l’essiccamento della parte distale. L’infezione solitamente non porta a morte la pianta, ma ne rallenta la crescita.
Il patogeno può infettare anche i germogli, provocando essiccamenti degli apici dei rami, nella parte più alta della chioma, per cui gli aghi inizialmente ingialliscono, poi diventano di colore rosso-bruno ed infine  cadono, lasciando spoglio il tratto del germoglio colpito.

Le Misure Fitosanitarie

Nonostante l’eradicazione del fungo insediatosi in Puglia nel 2005, rimane alto il rischio che la malattia possa essere reintrodotta nel nostro Paese attraverso materiale vegetale di importazione e diffondersi, arrecando gravi danni soprattutto alle pinete del litorale e delle aree appenniniche.
Pertanto sono state emanate delle misure d´emergenza provvisorie per impedire l´introduzione e la diffusione nell’Unione europea di Gibberella circinata (Decisione della Commissione 2007/433/Ce del 18 giugno 2007).

Le misure previste riguardano sia l’importazione dei vegetali ospiti del patogeno da Paesi terzi, sia la loro circolazione in ambito comunitario. Per vegetali la normativa intende “vegetali del genere Pinus e della specie Pseudotsuga menziesii destinati alla piantagione, compresi le sementi e i coni utilizzati ai fini della moltiplicazione”. Per poter entrare o circolare all’interno dell’Ue, questi vegetali devono essere provvisti di passaporto delle piante. Nel caso di ritrovamento dell’organismo nocivo devono essere fissate delle zone delimitate entro le quali adottare misure appropriate volte all’eradicazione. La zona deve essere inoltre costantemente monitorata.

La situazione in Campania: nei sopralluoghi effettuati nelle pinete ispezionate per altri monitoraggi di parassiti di quarantena o per verifiche di problematiche fitosanitarie non è mai stato riscontrato alcun sintomo imputabile al patogeno né è stata fatta mai richiesta da terzi di indagini su pini aventi tali sintomi. Nel 2009 sono stati monitorati sette siti di principale interesse del genere Pinus spp.

Normativa di riferimento

GUCE 22.06.10 (pdf 56 Kb)