Monitore fitosanitario 2018

I danni da infezione da virus in Campania nell'annata 2017


flavescenza dorata

CTV. Dalla campagna di controllo della tristezza degli agrumi nel 2017 si è vista una forte incidenza su mandarino ed arancio, sia in giardini privati che nei vivai. Nonostante il tempestivo intervento di eradicazione messo in atto, si teme l'individuazione di nuovi casi sia per l'emergenza della latenza, sia per la pratica di riproduzione vegetativa, in particolare attraverso margotta, diffusa ed apprezzata nell'ambito dilettantistico.

Sono stati analizzati 1487 campioni prelevati in campo ed in vivaio. Dei campioni prelevati nei vivai di piante da frutto e ornamentali, 13 sono risultati positivi, i vivai con presenza dell'infezione sono distribuiti in tutto il territorio regionale. Sono, inoltre, risultati positivi 192 campioni prelevati presso agrumeti commerciali, giardini e collezioni scientifiche, negli areali del napoletano, casertano e salernitano. Per questo virus è vigente il D.M.  31 ottobre 2013. Misure fitosanitarie per il controllo del virus della tristezza degli agrumi, che riporta le indicazioni riguardanti la costituzione della rete di monitoraggio, la metodologia di campionamento, i metodi di diagnostica validati, le misure da adottare dai SFR in caso di presenza di infezione, ecc. 

PMoV. Il Parietaria mottle mosaic virus è stato segnalato in Campania per la prima volta su pomodoro nel 1999; nel 2002 è comparso su Mirabilis jalapa (prima segnalazione a livello mondiale sulla specie); nel 2016 ha infettato il peperone sempre in Campania (prima segnalazione Italiana sulla specie); infine nel 2017 è stato trovato per la prima volta su Diplotaxis tenuifoli (rughetta in Campania ( prima segnalazione sia in Campania che  nel mondo. Sulle coltivazioni di pomodoro e peperone da pieno campo, spesso è stato trovato in infezione mista con altri virus (e.g. TSWV e CMV).

PPV. Non regredisce dove insediato il Plum pox virus in Campania. Ormai accertata fin dal 2010 la presenza in campo dei ceppi PPV-M e PPV-D, il susino si conferma l'ospite più colpito insieme con l'albicocco. Ovviamente piante isolate e campi abbandonati rappresentano un notevole serbatoio virale d'infezione, la possibilità di ricombinazione dei ceppi è un rischio reale, l'aumento dei casi di infezione sul pesco è un indice significativo di cui tener conto.

I campioni sono stati prelevati in provincia di Caserta, dove la frutticoltura è molto sviluppata.  Le analisi sono state realizzate su solo casi sospetti nel corso dei rilievi in campo fatti dagli ispettori fitosanitari, il metodo di indagine è quello sierologico (Lateral Flow ed ELISA). Quattro campioni di pesco nell'areale di Mondragone sono risultati positivi, pertanto si è proceduto all'applicazione dei decreti sopra indicati.

VIRUS PPV

Prunus persicae

Prunus Armeniaca

Prunus domestica

Campioni analizzati

6

1

2

Sharka Per questo virus sono vigenti il D.M. 28 luglio 2009 ed il DM 19 febbraio 2016: "Lotta obbligatoria contro il virus della «Vaiolatura delle Drupacce» (Sharka)", che impongono quanto segue:
Al di fuori delle zone di insediamento è fatto obbligo a chiunque di segnalare ogni caso sospetto di PPV al Servizio fitosanitario regionale competente che provvede ad effettuare ispezioni visive e, se del caso, analisi virologiche ufficiali. Le ditte che commercializzano e le industrie di trasformazione che acquistano frutti di drupacee, hanno l'obbligo di segnalare al Servizio fitosanitario regionale competente la presenza di partite di frutti con sintomi di PPV, fornendo copia della relativa documentazione commerciale.

Tobamovirus. Si è registrata una recrudescenza di infezioni causate da tobamovirus su peperoncino di fiume in coltivazioni protette dell'area vesuviana. I virus individuati sono stati ToMV, TMGMV PepMMV. Tali casi sono con molta probabilità da imputare alla scarsa sanità del seme impiegato legato alla pratica assai diffusa per tale ecotipo di peperoncino di autoriprodurre il seme senza le opportune cautele di profilassi.

ToLCNDV. Anche quest'anno la virosi da Tomato leaf curl New Delhi virus si conferma d'incalzante attualità nelle coltivazioni dello zucchino, sia in piano campo sia in serra, nelle province di Caserta e di Napoli. Sono state individuate inoltre infezioni da ToLCNDV su varie tipologie di zucca coltivata in Campania (es. Lunga di Napoli), e su melone ed anguria. Il dato più preoccupante è il rinvenimento, in provincia di Caserta, di casi di infezione da New Dehli.  Su melanzana (la violetta di Napoli) sono state individuate piante con giallumi apicali vistosi associati alla presenza del virus con un'incidenza del 10%, mentre su peperone (ibridi tipo Eppo, Almuden) il virus si è manifestato con una sintomatologia grave ma fortunatamente apparsa quasi a fine produzione,  ma con un'incidenza consistente del 50 % di piante colpite.

Questi primi rinvenimenti su piante solanacee devono suonare come un campanello d'allarme dal momento che il ToLCNDV è dotato di una notevole plasticità e di rapida adattabilità ad ospiti alternativi alle cucurbitacee. E' quindi essenziale un'attività di monitoraggio capillare ed accurata che comprenda anche altre specie ortive, potenziali ospiti definitive del virus.
Durante l'anno sono stati analizzati per il virus in questione 40 campioni e più della metà sono risultati positivi.

TSWV. Nel 2017 sono stati identificati ancora troppi casi di attacchi provocati da TSWV su varie colture – dalla lattuga al crisantemo – per poter affermare che la gestione della relativa virosi è pratica consolidata.
Nel corso del 2017 particolarmente colpite in Campania sono state le colture da foglia edibile come lattuga, scarola, endivia; gli stessi ibridi di peperone con resistenza a TSWV mediata dal gene Tsw.

FIGURA 1 - lattuga attaccata da TSWV, in evidenza il fatto che si tratta di piante giovani

FIGURA 2 - attacco da tobamovirus in coltivazione di peperoncino da fiume, nella foto: piante infette nella fila in basso, fila in alto sane

FIGURA 3 - infezione da ToLCNDV in zucca lunga napoletana