Prodotti tradizionali

Sfoglia di mozzarella


Territorio interessato alla produzione

Comune di Avellino e zone limitrofe, in particolare il comune di Montella (AV).

Descrizione

Si tratta di un rotolo di formaggio a pasta filata ottenuto per coagulazione acida mediante aggiunta di acido citrico al latte vaccino. La sfoglia è caratterizzata da superficie liscia, uniforme e lucente, di colore bianco niveo. La consistenza è elastica, il sapore è dolce e delicato e l'odore è fresco e gradevole. La pasta è compatta, elastica e fondente, al taglio lascia scolare sierosità biancastre grasse al profumo di fermenti lattici e di latte appena munto. Dopo la cottura, la sfoglia si ottiene stendendo la pasta filata in una forma rettangolare che può raggiungere anche i 30x40 centimetri, e sottile pochi mm. La sfoglia è di circa 1 kg, viene venduta avvolta su sé stessa, senza farcitura, ed è un ottimo prodotto da tavola, consumato fresco o come ingrediente di altri piatti. Solitamente una volta stesa, viene farcita con vari ingredienti: pomodorini e basilico per ricordare una insalata caprese; o con insaccati come il prosciutto crudo, abbinato con della rucola, ma è possibile farcire il rotolo con tanti altri ingredienti.

Descrizione delle metodiche di lavorazione

Per realizzare la sfoglia di mozzarella si parte dagli ingredienti basilari della mozzarella. Il latte vaccino incontra diverse fasi di lavorazione: la coagulazione, la rottura e maturazione della cagliata e, poi, la filatura. In quest’ultima fase, invece di passare alla formatura della mozzarella, si procede con il creare delle sfoglie di mozzarella sottili, tirando e stendendo la pasta. Si inizia con il latte che viene stoccato in silos refrigerati a 4°C; poi pastorizzato e successivamente riscaldato a 35 °C +/-1. Trasferito nelle caldaie polivalenti si procede con l'innesto del fermento naturale. In questa fase inizia a perdere la sua consistenza liquida. Vi si aggiunge, infatti, il caglio e i fermenti lattici, per poi lasciarlo riposare. La cagliata ottenuta viene rotta in grumi di grosse dimensioni (nocciola), tagliata a fette posta a spurgare su un tavolo in acciaio. Si aggiunge il siero caldo e poi viene lasciata ad acidificare per diverse ore. Una volta matura, la cagliata viene lavorata fino a diventare una pasta bianca ed elastica, quando può essere impastata con acqua quasi bollente. Dalla prova di filatura si decide se prolungare o meno la sosta per la maturazione, segue lo sgrondo e l'asciugatura. Si va avanti quindi con la triturazione, la cottura e la filatura. Successivamente la pasta così filata subisce la formatura ed il rassodamento nelle vasche con acqua a temperatura controllata; segue la salatura nella salamoia dedicata, per un tempo variabile in base alla pezzatura del prodotto (min 30 minuti - max 2 ore). A questo punto, invece di effettuare la consueta mozzatura, la pasta si stende in sottili sfoglie.

Osservazioni sulla tradizionalità

Prodotto che può essere trovato facilmente in gastronomie e in caseifici antichi – risalenti al 1800 - della provincia; fonti confermano la produzione della sfoglia di mozzarella già dalla fine degli anni ’70. Piatto sempre presente e protagonista degli antipasti dei matrimoni degli anni ’80 in tutta la provincia, farcito solitamente con prosciutto crudo, pomodorini e rucola. I produttori in Montella erano già attivi in questa produzione nei primi del ‘900.