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Monitore fitosanitario

Anno 2012

A cura del Laboratorio Fitopatologico Regionale

Di seguito vengono descritte alcune avversità che nell'arco dell'anno si sono manifestate in Campania.

Nematode dello stelo e del bulbo in coltivazione di Allium sativum L

Nel corso dell'anno sono stati evidenziati dei focolai di infestazione provocati da Ditylenchus dipsaci Julius Gotthelf Kühn, 1857 su alcuni appezzamenti coltivati ad aglio nel napoletano.

Durante il periodo della raccolta sono state analizzate piante provenienti dall'areale Acerrano-Nolano, con sintomi di raccorciamento degli internodi, arricciamento degli steli e delle foglie, bulbi con lievi imbrunimenti. Nel mese di Dicembre 2012, a 40 giorni dall'impianto di Allium sativum, sono stati individuati quadri sintomatologici riferibili a questo parassita, nello stesso areale, in particolare nella zona di Castel Cisterna. In campo le piante presentavano arresti di crescita, raccorciamento degli internodi, arricciamento degli steli e delle foglie, che hanno interessato tutto l'appezzamento.

Le analisi di laboratorio hanno confermato la diagnosi. La problematica emersa è dovuta probabilmente all'utilizzazione di materiale di moltiplicazione infestato.

Nematodi cisticoli della patata

Il decreto legislativo n. 186/2010 ha per oggetto il recepimento della direttiva 2007/33/CE del Consiglio dell'11 giugno 2007, concernente la lotta ai nematodi a cisti della patata, esso stabilisce i provvedimenti di natura fitosanitaria da adottare sul territorio della Repubblica italiana per la lotta obbligatoria contro la Globodera pallida (Stone) Behrens (popolazioni europee) e Globodera rostochiensis (Wollenweber) Behrens (popolazioni europee).

Gli interventi per il controllo dei nematodi a cisti della patata, consistono nell'attuazione di interventi atti a:     a) localizzarne la presenza e determinarne la distribuzione;

b) prevenirne la diffusione;

c) qualora vengano individuati a combatterli.

Le Regioni hanno l'obbligo di effettuare indagini ufficiali per la verifica dei nematodi a cisti. sullo 0.5% dei terreni coltivati a Solanum tuberosum per la produzione al consumo. In ottemperanza alla normativa l' Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania ogni anno realizza il monitoraggo del territorio che ospita questa coltivazione, per l'individuazione dei focolai di infestazione, allo scopo di eliminarli e prevenire così la loro diffusione.

La Regione Campania ha istituito, ai sensi del succitato decreto legislativo, il Registro ufficiale delle parcelle campionate e il programma regionale di lotta ai nematodi cisticoli cioè le misure ufficiali da adottare nelle parcelle rinvenute infestate con il DRD 230 del 20.06.12.

I dati relativi alle indagini realizzate nel corso del 2012 sono di seguito sintetizzati:

Provincia

N° terreni analizzati

N° di Comuni monitorati

Avellino

44

19

Caserta

18

9

Napoli

37

11

Salerno

21

2

Totale

120

41

I dati completi del registro ufficiale e della normativa di riferimento sono disponibili sulla pagina nematode dorato della patata

Marciume del bulbo dell'aglio

Nel Casertano e Beneventano sono stati segnalati vari e ripetuti casi di marciume del bulbo della specie Allium sativum, in conservazione.

Ad Agosto e Settembre 2012 sono arrivati al Laboratorio Fitopatologico diversi campioni di bulbi d'aglio senza particolari sintomi: le guaine fogliari apparivano di normale consistenza e colore, ma alla sfogliatura si evidenziavano diverse alterazioni. Alcuni bulbilli risultavano completamente imbruniti, in altri era evidente una muffa bianca e compatta, diversi presentavano aree necrotiche e altri ancora apparivano di colore ocra e consistenza vitrea.

I bulbi sintomatici sono stati oggetto di analisi micologica per l'individuazione dell'agente fungino: dalle indagini morfologiche è emersa la presenza di muffa ascrivibile al genere Fusarium. Nel corso del 2011 danni simili sono comparsi in diverse aree di coltivazione, in particolare nel Nord Italia. Si richiamano e riassumono alcuni principi indispensabili per limitare l'espansione del fenomeno:

Il trattamento del terreno con vapore e/o la solarizzazione possono contribuire a ridurre il potenziale d'inoculo delle spore del fungo presenti nei primi 10- 15 cm di profondità.

Tomato spotted wilt virus TSWV, genere Tospovirus famiglia Bunyaviridae

Nel mese di Maggio 2012 sono stati registrati in diversi comuni della Piana del Sele forti ed estesi attacchi di TSWV (Tomato spotted wilt virus). In tale areale il trend epidemiologico della virosi da TSWV, organismo di notevole polifagia e plasticità, va crescendo in intensità di stagione in stagione e conquistando come patologia-guida altre colture ortive, ad esempio l'indivia.

In particolare nell'annata in corso il fenomeno in coltura protetta di peperone, sembra concentrarsi nei Comuni di Battipaglia, Eboli e Pontecagnano producendo effetti con incidenza asimmetrica e con forte anticipo rispetto allo schema delle annate trascorse: infatti si sono avvertiti i primi sintomi già a 40 gg dal trapianto; mediamente i sintomi caratteristici nei casi osservati sono comparsi in 1-2 piante/50 m di fila a settimana e l'intensità cumulata dell'attacco si è attestata attorno al 15 % di piante colpite nella fase epidemica espansiva; le piante sintomatiche sono state prontamente allontanate; indubbiamente la presenza di vari ospiti, la ventosità dei siti, il difetto di protezione degli apprestamenti, ha favorito la diffusione dei tripidi vettori di TSWV. Da segnalare al momento dell'esplosione della virosi la coincidenza di alte temperature medie giornaliere con la fase fenologica di attiva spinta vegetativa. Da annotare anche la successiva e progressiva attenuazione degli attacchi nel corso della stagione.

In tali condizioni per le aziende è opportuno adottare un idoneo piano di contenimento dei tripidi con saggi di verifica della loro presenza (trappole blu) e corretto posizionamento dei trattamenti secondo le raccomandazioni del PRLFI della Campania.

La pulizia delle strutture e il vuoto biologico sono misure imprescindibili per una gestione efficiente della problematica, come pure l'esclusiva introduzione di piantine sane e certificate.

PIANTE ALIENE IN CAMPANIA Azolla filiculoides Lam.

Nel corso delle ispezioni sul territorio regionale nell'ambito del Progetto "Piante Aliene della Regione Campania" anno 2012, è stata riscontrata in alcuni corsi d'acqua dolce della provincia di Caserta un'estesa popolazione di una piccola e temibile pianta aliena.

Si tratta di una pianta acquatica galleggiante non ancorata al fondo, nota comunemente come "Azolla americana", il cui nome scientifico è Azolla filiculoides. Non bisogna sottovalutarne la pericolosità in quanto si accresce rapidamente fissando direttamente l'azoto atmosferico grazie al rapporto simbiontico con il cianobatterio Anabaena azollae. Per le sue capacità invasive è stata recentemente inserita nel 2012 dall'EPPO nell'elenco "Observation List". In Italia, risulta attualmente presente in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna mentre sul nostro territorio è stata rinvenuta nel Comune di Villa Literno, in località "Masseria Giardino". La pianta nei corsi d'acqua lentamente fluenti forma popolamenti puri oppure associati con Pistia stratiotes L. (lattuga d'acqua), della quale recentemente ne è stato rilevato lo status di localmente invasiva in Campania (Brundu G., Stinca A., Angius L., Bonanomi G., Celesti-Grapow L., D'Auria G., Griffo R.,  Migliozzi A., Motti R., Spigno P., 2012 - Pistia stratiotes L. and Eichhornia crassipes (Mart.) Solms.: emerging invasive alien hydrophytes in Campania and Sardinia (Italy). Bulletin OEPP/EPPO Bulletin, 42 (3): 1-12).

Il sito di ritrovamennto è il secondo in Campania dove prima d'ora era stata segnalata unicamente nell'area Flegrea presso il cratere degli Astroni [Motti R. & Ricciardi M., 2005 - La flora dei campi Flegrei (Golfo di Pozzuoli - Campania) Webbia 60 (2): 395-476]. INSERISCI FOTO AZOLLA 04 INSERISCI FOTO AZOLLA 05

Tingide dell'Azalea, Spephanitis pyrioides (Scott)

Nel mese di Ottobre 2012 in un giardino privato dell'area vesuviana, in particolare nel comune di Torre del Greco, si sono verificati vistosi danni su piante di Jasminum sp. imputabili al rincote Spephanitis pyrioides.

I sintomi manifestati a carico delle foglie si presentano con diffuse decolorazioni sulla pagina inferiore; al di sotto degli escrementi le femmine depongono le uova. Il tingide fitomizo si nutre del contenuto cellulare delle foglie, con l'apparato boccale pungente succhiatore infatti provoca sulla pagina superiore, inizialmente delle aree argentate che diventano sempre più decolorate, per poi determinare la caduta delle foglie.

Se le infestazioni sono gravi, a causa della ridotta capacità fotosintetica, possono portare le piante al disseccamento. Origine e distribuzione del parassita La specie è originaria del Giappone, è diffusa in Asia, in America (Argentina e USA) ed in Europa è presente in Italia, Gran Bretagna e Germania.

In Italia è stata segnalata nel 2005 in Toscana su piante appartenenti alla famiglia Ericaceae del genere Rhododendron, ed occasionalmente si ritrova nei giardini privati specialmente nel nord Italia. Qui s'intende sottolineare l'attacco del rincote in un nuovo genere di piante Jasminum, famiglia Oleaceae. Le specie che hanno subito i danni sono: Jasminum grandiflorum, Jasminum sambac cultivar "Granduca di Toscana".